giovedì 9 aprile 2015

Ma cosa hanno controllato?

Come ormai tutti sappiamo, il sistema cooperativo è disciplinato nella nostra regione dalla legge 27 del 2007 (qui il testo completo). La legge in questione stabilisce che le cooperative regionali delle dimensioni di Coopca devono essere sottoposte a revisione annuale, operata direttamente della Regione oppure indirettamente dalla Regione attraverso le associazioni cooperative.



A cosa serve la revisione?
La revisione ordinaria serve a:
a) fornire agli organi di direzione e di amministrazione suggerimenti per promuovere la reale partecipazione dei soci alla vita sociale;
b) accertare, la natura mutualistica dell'ente, verificando l'effettività della base sociale;
c) accertare la consistenza dello stato patrimoniale;
d) accertare la correttezza e la conformità dei rapporti instaurati con i soci lavoratori.

Cosa dicono le revisioni Coopca?
Siccome non risulta semplice accedere a queste revisioni, ci atteniamo a quanto riferito dall'assessore Bolzonello in consiglio regionale (qui la relazione completa). Le ultime tre revisioni ordinarie effettuate su Coopca da tre diverse associazioni cooperative, affermano sostanzialmente che... "Va tutto bene, madama la marchesa". Salvo poi scoprire, con la revisione straordinaria di novembre 2014 che la situazione è tale da imporre la liquidazione coatta amministrativa della cooperativa (rimasta in sospeso, solo perchè nel frattempo è intervenuta la richiesta di concordato).

Quando sono state fatte le revisioni ordinarie?
La prima cosa che salta agli occhi sono le date delle ultime tre revisioni:la revisione 2011 si conclude a dicembre 2011, la revisione 2012 si conclude a gennaio 2013 e la revisione 2013 si conclude a luglio 2013. Ovvero, ad inizio 2013 sono state fatte praticamente 2 revisioni in 7 mesi e poi, da luglio 2013 fino a novembre 2014, per ben 16 mesi, sembra che non vi sia stata nessuna revisione ordinaria in Coopca. Un vero peccato, visto che proprio in quel periodo si è avuta una provvidenziale rivalutazione degli immobili, e nello stesso periodo si è continuato a trasferire patrimonio immobiliare da Coopca a Immobilcoopca, mentre i negozi continuavano a perdere pesantemente.

Va tutto bene... c'è la crisi
In tutte le revisioni ordinarie, i revisori avevano notato che gli ultimi bilanci si erano chiusi in perdita ma avevano attribuito il problema alla generale crisi del settore. Il che, a onor del vero, non fornisce una stima di quali possano essere le conseguenze di questa situazione nè fornisce alcun indizio per la risoluzione del problema. Come se il dottore ci dicesse: "A causa del freddo ti sei preso una polmonite; arrivederci!".
I bilanci di Coopca negli anni 2010, 2011, 2012, 2013 chiudono con perdite rispettivamente di 0,6 milioni, 2,0 milioni, 1,7 milioni, 2,1 milioni. Il totale è di 6,4 milioni, corrispondenti a circa l'80% del capitale sociale, più di metà del patrimonio netto, più di un quinto del prestito sociale.
Inoltre, negli ultimi due bilanci sono finite anche le cessioni immobiliari verso Immobilcoopca, per un valore di 4,8 e 3,9 milioni rispettivamente. Ciò significa che senza queste operazioni i bilanci si sarebbero chiusi a -6,5 e -6,0 milioni rispettivamente. Nel 2012 e nel 2013 i negozi Coopca perdevano quindi mezzo milione di euro al mese. Più che sufficiente per bruciare il patrimonio netto dell'azienda in un paio d'anni. D'altronde, si sa, c'è crisi...

Va tutto bene... il patrimonio è solido
Il patrimonio netto della società passa da 17,2 a 13,0 milioni di euro in 4 anni. Questo sia a causa delle perdite che complessivamente erodono 5,8 milioni, sia a causa della riduzione delle quote del capitale sociale che si riducono di 0,8 milioni. Contemporaneamente, il numero dei soci passa da 8.291 a 10.399, ovvero le quote sociali medie si riducono e ciò dovrebbe indicare che i soci "importanti", quelli che hanno investito pesantemente in Coopca, se ne stanno andando. Chissà come mai... sempre la crisi?
Fortunatamente, con una perizia del 2013 si scopre che gli immobili dell'azienda valgono molto di più di quanto iscritto a bilancio, così si può rimpinguare il patrimonio netto con una riserva di rivalutazione pari a 2,4 milioni. Questo positivo accidente, capitato oltre tutto in un momento di generale crisi del mercato immobiliare, ha anche l'indubbio vantaggio di mantenere in sicurezza il rapporto tra patrimonio netto e prestito sociale. Infatti, con 30 mln di prestito sociale, se il patrimonio netto è di 13 mln, il rapporto è 2,3; se il patrimonio è di 10,6 mln, il rapporto diventa 2,8, molto vicino al tetto di 3, che avrebbe impedito ulteriore raccolta di prestito sociale.

Va tutto bene... il prestito sociale va a gonfie vele
C'è una relazione, quella del luglio 2013 che evidenzia una prima piccola fuga dal prestito sociale. La fuga sembrerebbe arrestarsi con l'inizio del 2013 e quindi... problema risolto! Peccato che la liquidità di Coopca a fine 2012 ammonti a 2,4 milioni di euro; ciò significa che se nel 2013 i soci avessero chiesto il rimborso del prestito per una quota pari solo all' 8% del totale del prestito, l'azienda sarebbe entrata in crisi di liquidità. Da notare che le grandi cooperative di consumo hanno la regola di mantenere liquido almeno il 30% del prestito sociale. A fine 2013, la situazione sarà ancora più tragica e la liquidità sarà inferiore al milione, rendendo assolutamente precario l'equilibrio del prestito sociale. Un vero peccato che nessuna revisione ordinaria abbia potuto prendere visione di questa situazione.

Va tutto bene... i soci sono tutelati
Sulla partecipazione dei soci alla gestione della cooperativa e sulle tutele nei confronti dei soci, non sembra che siano state evidenziate particolari problematiche nelle varie revisioni. Chi è andato a scaricarsi il fascicolo storico della cooperativa presso la Camera di Commercio però, ha scoperto che il presidente era lì da 20 anni, assieme a una buona parte del Consiglio di Amministrazione. Anche il Collegio dei Revisori non aveva subito grandi cambiamenti negli ultimi anni ed il Presidente del Collegio occupava la carica da oltre un ventennio. Lo stesso documento evidenzia poi diversi passaggi da Consigliere di Amministrazione a Revisore e viceversa. Sempre dal fascicolo della Camera di Commercio si evince che uno stesso studio associato di commercialisti di Tolmezzo esprime all'interno di Coopca un consigliere di amministrazione e un revisore supplente, nonchè il Presidente del Collegio dei revisori ed il revisore legale. Dobbiamo per forza dedurre che l'assoluta stabilità del gruppo dirigente e la contiguità tra amministratori e revisori non poteva rappresentare nessun rischio per la trasparenza della gestione e la tutela degli interessi dei soci, altrimenti le revisioni lo avrebbero certamente evidenziato.

Cosa dobbiamo concludere?
Il confronto tra quello che dovevano garantire i controlli e la situazione reale che si trovano ad affrontare oggi 3000 soci, non lascia spazio a molte possibilità. O la sorveglianza attraverso le revisioni ha lasciato un po' a desiderare, e in tal caso qualcuno dovrà fornire delle spiegazioni; oppure le revisioni sono state fatte con tutti i crismi ed è possibile che una cooperativa crolli su se stessa nel volgere di pochi mesi, bruciando 30 milioni di risparmi dei soci, senza che nessuna revisione evidenzi alcun problema.

Tertium non datur.




6 commenti :

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